La Gentilezza (parte prima)

Il praticare la gentilezza dà valore alle relazioni, alla convivenza fra le persone, è riconoscere un’attenzione e rispetto a prescindere dallo status,  come essere umano. La gentilezza fa spazio relazionale, dà la possibilità di ascolto e di interagire sia che la  si pensi allo stesso modo o all’opposto, senza innalzare barriere. Non è un’azione di debolezza o uno stato passivo, bensi un modo che testimonia forza interiore. Il sorridere con accoglienza, e non con l’arroganza del “so tutto io”, il sentirsi comodo nell’ascolto, l’essere spontaneamente presente, avere un atteggiamento di apertura al mondo lasciando andare preconcettuali difese, rende la propria esistenza degna di essere vissuta e significativa, trasformando la convivenza e la realtà in cui si vive più umana e ospitale. La gentilezza ammorbidisce cuori induriti, la gentilezza rende interiormente forti e non grossolani. Di quanto poco se ne parli e si agisca è testimonianza di  consapevolezza circa emozioni umane come  rabbia, paura, difesa, aggressività, pregiudizi, cioè grande fragilità interiore, da cui nasce un non contatto con il prossimo. Quando si pratica la gentilezza, fa capolino, come una leggera goccia d’acqua, un sorriso delicato quasi un caldo piumino che scioglie la nostra parte abitata dalla preoccupazione, dalla paura e quant’altro; in questo spazio temporale di apertura ci si può accorgere, ponendo attenzione, di quanto sia prezioso “usare questo piumino” chiamato gentilezza . Ci si può impegnare a praticarla, prendendo...

Read More