Omologazione
“Non lasciare che il rumore delle opinioni altrui Soffochi la tua voce interiore” (Steve Jobs) Per realizzare un salto di coscienza è necessario prendere la responsabilità di sé stessi e delle proprie azioni. La cultura imperante porta a comportamenti simili, egoici, omologanti, sull’apparire. Le pubblicità e altre forme di comunicazione di massa spingono in maniera martellante verso questi modelli per sentirsi appartenenti a un codice omologante, non molto collegato alla realizzazione personale. Siamo tutti diversi, con cammini diversi, con storie diverse. A tal proposito vi consiglio un film “Respect”, di un’icona anche a tal riguardo, Aretha Franklin. Nella dinamica dell’omologazione non è importante conoscere in modo adeguato chi si è, quali aspirazioni si desiderano realizzare, con il rischio di sprecare la propria esistenza. Si è qui per dare luce alle proprie accezioni, evolvere, manifestare chi si è, potenziando l’individuale energia realizzativa, lascando un’eredità di conoscenza evoluta e preziosa. Con l’omologazione non si vedono molte persone felici, ma molte annoiate, stressate, alla ricerca spasmodica di altro, di originalità. Quando esiste una necessità di amorevolezza, di condivisione, lasciando andare un ego che divide che mette in moto battaglie e guerre. Il manifestare chi si è attiva energia, amore, generosità, esperienze dell’animo sottili, spirituali e fondanti. In primis è una questione di etica spirituale e di comportamento umano, terreni fertili per una esistenza di spessore. In caso contrario, il rischio è perdere...
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