Mese: febbraio 2024

ESISTERE E VIVERE

Due modi di stare nel mondo alquanto diversi, per intensità e senso. L’esistenza è stata donata dall’incontro di sperma e ovulo dei genitori, da quel momento è cominciata a svilupparsi l’esistenza. Il vivere prevede un reale contatto con il proprio sé, vocina flebile che può mostrare, a chi pone attenzione, il personale cammino, costruito sotto la propria responsabilità. L’esistenza è caratterizzata dall’inanellare azioni, magari di appartenenza “al gruppo”, forse predigerite da qualcun altro. Impantanando la personale fiamma che spinge nel mondo, diversa per ognuno, la vera personale pepita d’oro. Il vivere prevede scommesse con sé stessi, percorrere strade che si sentono, a prescindere dalla comprensione altrui, perché quel cammino porta a chi si è veramente. Si accettano rischi e anche apparenti cadute o fallimenti, che indirizzano sempre più alla meta. Ci si può sentire sguarniti, ma decisi a continuare, sebbene la posizione sia scomoda e incerta. Ci si inoltra in territori personali non conosciuti, per farne tesoro. In questi frangenti la paura può sorgere, per timore di sé stessi. L’esistenza è costruita su una certa routine che nasconde incertezze personali, che fanno sentire al sicuro o protetti, comunque si ha un proprio ruolo. Il vivere implica stropicciamenti, sentieri in salita e di bellezza straordinaria che trasformano, incontrando persone nuove, imparando a scegliere, senza farsi portare alla cieca. Il vivere mantiene viva la fiamma della gioia. Se il risultato previsto...

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Anatomia di un trasloco

Il traslocare è stata un’esperienza vissuta da una prospettiva nuova. Non è stato semplice, ma fonte di considerazioni non colte nei passaggi precedenti. Visto il blocco iniziale mi sono detta  ”sto spostando oggetti”, sebbene la percezione interiore fosse di smontare la mia vita. Osservando da fuori, per quanto possibile, ho visto la forza di abitudini quotidiane radicate. Ricentrandomi, posizione da non perdere, si è ammorbidita la connessione fra il sé e gli oggetti. Spostando oggetti si perdono illusori punti di riferimento, ovvero ubicazione di cose. Il solo cambiare il loro ordine, ponendo attenzione sul tipo di rapporto instaurato con esse, si puliscono dinamiche mentali ripetitive. Ci si circonda di troppi oggetti che non servono, anche in senso energetico; si è ben altro, eppure c’è difficoltà a lasciare andare oggetti (ma si fa), sebbene siano zavorra. In questo cambiamento anche il corpo è coinvolto, dopo la fatica dell’iniziare, manda segnali di alleggerimento, grazie alla maggiore consapevolezza liberatoria, gli si dona maggiore spazio. L’umano è energia pura, contenuta in un corpo, meno lo si carica, più si riesce a esprimerla, portando anche maggiore salute fisica. Penso che in ultima analisi sia questo il nocciolo della questione: attaccamento al troppo che ci circonda, dimenticando chi si è in realtà. Un buon viatico potrebbe essere liberarsi di tutto ciò che si accumula, senza un vero senso, e di cambiare l‘ordine delle cose, con...

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