Autore: Rita

Un salto di coscienza

“Credo che al di là di tutto ciò sia la vita, un meraviglioso disegno che non comprendiamo quasi mai, perché siamo soliti considerare il tappeto della parte dei nodi, non dalla parte giusta” (Roberto Vecchioni) Osservando gli avvenimenti dell’umanità, nel nuovo secolo, si può affermare che la situazione necessiti di un certo aggiustamento. Con guerre continue, carestie, epidemie, disequilibri sociali ecc. l’orizzonte non si presenta roseo. Sono agite dinamiche medioevali, con mezzi moderni. Di fatto le modalità sociali sono alquanto primitive, “l’io” reattivo ripete lo stesso processo, vinco io perdi tu, una questione di potere sugli altri, legato all’ego che separa. La fisica quantistica ha dimostrato scientificamente come si è tutti collegati (sebbene non venga divulgata), l’ostacolo “risiede nel fatto che equità e bontà sono problemi morali e non politici” (1). Un salto di coscienza diventa necessario, con azioni che partono dal cuore, dall’amorevolezza e dalla gentilezza, dalla condivisione, senza vivere ogni avvenimento sul piano personale, consapevoli ce ognuno fa il suo meglio. Vedere il verso giusto del “tappeto”, riscoprendo valori umani, al momento caduti in disgrazia o dimenticati, che ci appartengono e se agiti creano pace. La buona notizia è che chi ha compreso il concetto espresso così bene da Vecchioni risulta essere un numero sempre più elevato di esseri umani. Per la trasformazione è necessario usare il cuore, smettendo di vedere l’altro in termini di rivale o da...

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Sull’amore incondizionato

La felicità è possibile solo con il vero Amore. Il vero Amore ha il potere Di guarire e trasformare la nostra Condizione e può dare alla nostra Vita un significato profondo (Thich Nhat Hanh) Quando con un’intenzione, senza aspettativa di riconoscimento, si dà un aiuto a un bimbo o una persona anziana in difficoltà, ci si sente in equilibrio con il tutto, principalmente con sé stessi, grazie a un sottile e presente appagamento. La natura umana è amorevolezza e quando la si agisce appare, prima di tutto, chi si è veramente e di cosa si è capaci. A questo proposito ci sono molte potenzialità da manifestare! Mentre si agisce questa amorevolezza può sorgere una sorta di imbarazzo o pudore mostrando, nel gesto, una parte del proprio sé accogliente e amorevole, ci si può sentire fragili, erroneamente. Nell’attuale contesto culturale agire l’amore incondizionato, potrebbe apparire anche sfidante, non se ne parla, è uno stile “vetusto”. La competitività, uno degli attributi culturali più praticati, per fare un esempio, è all’opposto rispetto a questa specie di amore; si vede il proprio vicino come un rischio a proprio scapito, allontanando dalle persone e dalla comunità a cui si appartiene, l’umanità, nascondendo la propria reale natura, con una fatica a cui non diamo l’adeguata attenzione. Con questa modalità di convivenza si patisce non solo a livello interiore, a rimorchio, anche il corpo fisico accumula...

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L’amore incondizionato – Un’esperienza

L’amore incondizionato – Un’esperienza Recentemente si è sposato mio figlio, dopo aver convissuto con sua moglie per diverso tempo, ho provato grande gioia per loro. Ma la vita riserva sorprese. Nel vedere entrambi molto felici, insieme a tutti gli amici, è cominciato a sorgere da “qualche meandro interiore” inquietudine, che è aumentata con il passare dei giorni successivi. Ero proprio assente, come ingurgitata da questa sensazione sconosciuta, facendo anche qualche pasticcio. L’amore incondizionato vissuto dalla nascita di mio figlio ha cambiato posizione, giustamente e per fortuna, ora è più a latere ed eventualmente agito su richiesta, come già accadeva, ma non ne ero consapevole. Il vedere con chiarezza questo cambiamento, con l’ufficializzazione del matrimonio, mi ha preso in contropiede e senza preavviso. In questo nuovo assetto mi sono sentita vulnerabile, non pronta e non immaginando di vivere questa esperienza in un’occasione così felice. Ho scoperto di quanto l’amore incondizionato appartiene al cuore umano, occupando uno spazio importante, che veste di senso l’esistenza degli appartenenti al club degli umani. Mi sta mostrando come fragilità personali si possono nascondere, rendendo ancora più fragili e meno presenti. Ora cerco di stare al fianco di me stessa il più delicatamente possibile, facendo sorgere una nuova parte di me stessa, che, al momento, non è ancora molto chiaro quale sia. Accettando che in questo lasso di tempo la presenza lasci un po’ a desiderare,...

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Sul resistere

Tempo fa sono stata invitata a tenere una presentazione sul respiro. Dopo la spiegazione e qualche minuto di esperienza di respiro consapevole c’è stata una scoperta. Lo spazio interiore affiorato, dopo avere respirato, ha creato ansia, svelando la poca conoscenza che le persone hanno di sé stesse, a scapito di ottimali curiosità. È affiorata una marcata resistenza al rimanere nella scomodità, nella fatica, nell’essere uguali agli altri in termini di omologazione. Mandibole serrate, muscoli rigidi, occhi stretti, pugni chiusi, spalle rialzate in modo innaturale. Respiri al limite dell’asfissia, senza esserne consapevoli. Le testimonianze hanno mostrato l’abitudine a resistere, grazie a una dolorosa, faticosa e illusoria idea di protezione, mettendo in discussione la fiducia in sé, e rimanendo chiusi in gabbia, per il timore del cambiamento. La vigilanza all’attività della mente e pensieri, che producono la visione della vita, può offrire libertà, leggerezza, senza giudizio e timore di essere giudicati. Quando si è abituati a seguire la mente senza controllare i propri pensieri, lasciando questa produzione a briglie sciolte, si è in balia di un movimento che si dovrebbe educare, e non ci sarà spazio per scoprire chi si è veramente, soffocati nell’abitudine, che inibisce la curiosità. La vigilanza offre trasformazione mentale, osservando il vasto che circonda l’esistenza umana e il mondo interiore di ognuno, luogo di possibilità e opportunità per il proprio buon vivere, dove albergano le personali pepite d’oro. Rimanere...

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Spiritualità – 3° puntata “L’ascolto”

L’ascolto a sé stessi, all’altro o anche alla natura, prevede uno stato interiore di apertura. Per realizzare questa accoglienza il primo passo è il silenzio interiore. In caso contrario quello che accade è che ci si approccia con un ambito mentale, che vuole mostrarsi o esserci, che vuole dimostrare di avere ragione o che ne sa di più o quant’altro. Non sempre si ha la pazienza nel dare tempo all’ascolto, per sentire la vita che parla sottovoce, che nella natura ha un suo suono, un suo ritmo, un suo movimento. Placare il lavorio interiore, rallenta il corpo, fa spazio interiore. Per questa trasformazione, per lo più invisibile, ci vuole un fermo da reggere, l’avere forza sufficiente nel trovarsi in un vuoto per fare entrare ciò che si vuole ascoltare. Nel quotidiano l’ascolto è difficoltoso, si è avvolti dal rumore, si fa rumore. Ci si può impegnare a fare silenzio anche in mezzo a vari rumori, al contrario si può essere nel rumore anche se avvolti dal silenzio. Dalla nascita ci appartengono strumenti alquanto raffinati, che ci danno numerose possibilità di scelta. Si usano? O si resta in un ritmo abitudinario nella propria zona di confort? Si è in grado di restare al proprio cospetto osservando personali paure, parti forti, parti deboli, i propri successi, le proprie sconfitte e i propri errori?  Ci possono scoprire fantastiche opportunità di miglioramento, di...

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