Da qualche tempo, e anche grazie alla divulgazione delle scoperte fatte dalla fisica quantistica, si parla sempre più in modo costante dell’impatto della mente sul corpo e sulla nostra realtà. Scriverò alcuni articoli, in questo spazio facilmente raggiungibile da chiunque, su questo argomento, e questo è il primo. Mi piace pensare all’impegno di ognuno ad educare la propria mente, senza andare in balia di pensieri che si creano sull’onda di una stimolazione esterna, a produrre pensieri grazie ad una radicata presenza interiore in uno spazio positivo e personale, focalizzato sul proprio percorso e non sul percorso di qualcuno di esterno da sè. In un’epoca come la nostra è necessario impegnarsi, ed è una sfida molto allettante,  il premio, se così si può definire, è costruire un’esistenza a misura propria.Siamo pesantemente sollecitati sull’insufficienza e sulla paura. L’antidoto è usare la nostra sorgente di energia creativa, che alberga dentro ognuno di noi,  a nostro favore e in modo positivo. La prova dell’esistenza di questo campo è la temperatura del nostro corpo, di circa trentasette gradi. Calore è uguale a gruppo-adolescentienergia. Ed ecco qualche piccolo stratagemma da applicare, con  costanza e disciplina, e che porta la nostra mente verso una pensabilità positiva. Diamo un’occhiata ai verbi che usiamo nel linguaggio corrente, ed ai quali non diamo la minima attenzione prima di usarli.Partiamo dal verbo “devo”, prevede che qualcuno di esterno a noi ci dica cosa sia  bene fare, derogando la nostra intenzione. Al suo posto si possono usare: “io voglio”, “scelgo di”, “ho deciso di”, “è bene che”, “è importante”, “è necessario”. Proviamo  a comunicarli, impegnandoci ad applicarli nel nostro quotidiano, usando attenzione e presenza.  La differenza, fra il devo e gli altri verbi, è lo spostamento  di responsabilità,  è in prima persona circa la propria scelta, senza delegare nessuno di esterno. Ubbidire a stimolazioni esterne può far predere il nostro personale cammino, diverso per ognuno di noi, al contrario, stando presenti, la scelta sarà certamente un personale desiderata, visto che ogni individuo è l’unico abitante di ciò che esiste nel suo spazio interiore e nel suo cuore. Altri esempi. “Non posso” diventa “non voglio”. “Non è colpa mia” si trasforma in “sono completamente responsabile”. Da “è un problema” si passa a “è un’opportunità”. Da “non sono mai soddisfatto” a “sono disposto a crescere”. Da “la vita è difficile” a “la vita è un’avventura”. Da “io spero” a “io so”. Da “se solo” a “la prossima volta”. Da “cosa farò” a “so come gestirlo”. Da “è terribile” a “è un’esperienza importante”. Da “ho un dolore” a ”provo un dolore”, “provo una sensazione di “, “ finora ho  provato “. Questi verbi sono leve per abitare una pensabilità positiva.

Il linguaggio è una forma della nostra energia personale, ed indirizzarlo in modo consapevole rispetto a ciò che sentiamo di essere, ci trasforma, celebrazionesposta la portata di chi siamo veramente ad una dimensione di reale manifestazione. Con questa attitudine al positivo  si impara ad esprimere il nostro sentito in modo amorevole, anche se dissente da chi ci sta di fronte. E’ un modo per creare libertà e spazio e ci porta ad essere chi siamo veramente, autorizzando a fare altrettanto a  chi ci sta vicino.