Ti insegneranno a non splendere.  E tu splendi, invece.

(Pierpaolo Pasolini)

Ciò che aiuta la nostra mente a trasformarsi verso una pensabilità positiva è l’esercizio costante, come quando ci si deve preparare ad una prova sportiva o ad un esame. E’ importante essere consapevoli di quanto si rimugina e impegnarsi ad usare la nostra mente in modo più positivo e costruttivo per la nostra esistenza. L’impegno in questo senso è la base della trasformazione A questo fine l’applicazione di Louise Hay, che adesso vi espongo, I’ho trovata molto utile e molto facile da applicare. Va a toccare il linguaggio che  permea la nostra cultura, e di conseguenza le nostre azioni, i nostri pensieri e le nostre percezioni. Si tratta di un verbo  che usiamo in continuazione e che con l’esercizio costante si può rimuovere. Il verbo è: dovere.In che cosa consiste l’esercizio. Si Prepara un elenco dei propri “devo”. Quelli che più spesso ci diciamo e che diciamo. Una volta ultimato l’elenco si ripercorre chiedendosi ad ogni “devo” “Perchè?” e ci si dà la risposta che si ritiene opportuna. Il  secondo passo è riscrivere l’elenco in un modo diverso “Se veramente volessi io potrei ……” ultimata a stesura del nuovo elenco  lo si  ripercorre e ad ogni voce ci si chiede “E allora perchè non lo fai?” dando la risposta al riguardo. Faccio un esempio pratico. “Alla mattina dovrei alzarmi presto” “Perché?” “Perché  in questo modo riuscirei a fare la colazione con calma”. Giriamo la frase “Se veramente volessi mi alzerei presto la mattina” “E allora perché non lo fai?” “Perché non voglio”. In questo modo, qualunque motivo abbia quel non voglio, fa acquisire consapevolezza sul personale processo, e può spingere a nuovi comportamenti. Il devo, può essere un vecchio schema, una modalità acquisita senza particolari motivi, ma davanti ad una risposta che non prevede il devo, si fa subito maggiore spazio interiore e si prende contatto reale con se stessi, si sceglie se vale la pena non volere alzarsi presto, o se è meglio alzarsi perché si desidera fare colazione con calma. Questo è un passo enorme verso casa propria. Il verbo “devo” prevede una presenza esterna che decide per noi, a cui è prevista ubbidienza, rinnegando quelle che possono essere motivazioni, azioni, desideri personali. Allinearsi ad un’ ubbidienza esterna non ci porta verso ad una vita confortevole. Il primo passo è riconoscersi, poi conoscersi, e scegliere quale strada è più confacente. Siamo sette miliardi e non c’è un umano uguale ad un altro. La conoscenza di chi siamo veramente e allinearci a ciò che siamo dà spazio a noi stessi e a tutti quelli che ci stanno intorno.