La sessione di respiro è un appuntamento con se stessi, per conoscersi meglio a tutti i livelli del proprio sistema. La sessione è l’apertura di una porta che si può aprire solo con il maggiore apporto di ossigeno nel corpo. Quando si respira in modo consapevole non si va in iperventilazione perché il rapporto fra anidride carbonica, in uscita, e ossigeno, in entrata, non cambia, quindi si è sempre consapevoli di dove si è e che cosa si sta facendo. E’ uno spostamento di punto di visuale di se stessi. Come si svolge: inizia con un colloquio di counseling , la sessione viene preceduta da un’intenzione, focalizzata nel colloquio, in questo modo l’energia che si mette in movimento durante la sessione viene indirizzata a sostenere il proprio bene. L’intenzione è una breve frase in senso positivo, senza la presenza di negazioni e/o di parole negative, in prima persona e al tempo presente. In questa fase è sorprendente come non si sia abituati a chiedere il proprio bene. Non si sa cosa chiedere, non si sa in quale campo della propria vita, si parte con un voglio e/o un desidero invece di dichiarare direttamente l’azione. Poi ci si dimentica che cosa si sta chiedendo. Esempio: si dichiara l’intenzione, poi si parla per qualche minuto e quando si chiede di ripetere l’intenzione la persona non la si ricorda più, succede a tutti. Ci si dimentica come e cosa chiedere per il proprio bene. La durata della respirata è di circa 45 minuti/un’ora. Si respira senza fare interruzioni fra inspirazione ed espirazione.
La sessione è divisa in due parti, una prima parte, accompagnata da una musica ritmata, dove si attiva il respiro e si amplia, grazie al lavoro del facilitatore. In questa fase l’apporto di ossigeno aumenta e va ad irrorare le parti meno ossigenate del corpo, che necessitano di più “nutrimento”. Durante questa parte della sessione, grazie al maggior apporto di ossigeno, viene rilasciata un’alta percentuale di tossine, circa il 70, presenti nel corpo, e si può sentire caldo/freddo, si possono sentire formicolii, la testa girare, ci può essere un rilascio emozionale. E come una profonda pulizia del sistema che crea un’ondata di benessere energetico, che a fine respirata si sente in modo marcato. I vari livelli del sistema, fisico, emozionale e mentale sono coinvolti e interconnessi nell’esperienza, l’apporto di ossigeno fa spazio fisico e interiore, e la persona si sente alleggerita. Quello che accade fisicamente è che si attiva il movimento del diaframma che permette la dilatazione dei polmoni, e di proteggerli. Il diaframma è una delle parti del sistema respiratorio elastico, ma che nel tempo, per effetto di turbamenti emozionali (esempio la paura), si irrigidisce limitando la respirazione.
Il 99% delle persone respira al 30% delle sue reali possibilità. Nella seconda parte della sessione la musica diventa soft, il facilitatore resta al fianco senza nessun tipo di attivazione per ampliare lo schema respiratorio. La persona continua a respirare in modo connesso e resta in ascolto, del corpo, del proprio mondo emozionale che a fronte dell’esperienza si acquieta, del lavorio mentale che rallenta e/o si ferma, Gli effetti del respiro consapevole sono: un ‘ondata di energia fisica (il corpo si è ripulito di tossine presenti nel sangue diventando più vitale), una maggiore lucidità mentale, maggiore presenza e acquietamento emozionale. Dopo la sessione appaiono visi e occhi rilassati e sorridenti. A conclusione dell’esperienza consegno i “compiti a casa” per fare rimanere allo stesso livello l’apertura fisica energetica ed emozionale che è avvenuta durante la respirata. Per ampliare il respiro si fissano alcuni incontri, fino all’apertura definitiva dello schema respiratorio. Aprendo lo schema si aprono nuove possibilità nell’esistenza grazie ad una visione molto più ampia.
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