Colpisce come noi umani ci distraiamo dal nostro personale percorso evolutivo, per restare abbagliati dalla portata del mondo materiale, attraverso il nostro sistema sensoriale, piuttosto grossolano. In questo modo vieniamo portati nel “mondo dei balocchi” attraverso una mente a cui non si pone la giusta attenzione circa i pensieri che genera, e neanche alle emozioni che di conseguenza si producono. Un esempio classico: siamo al cinema e vediamo un film thriller e/o horror, seduti comodamente in una poltrona in sala cinematografica, eppure proviamo paura come se ci trovassimo nella scena del film. La nostra mente non realizza questa differenza, se noi non poniamo attenzione al riguardo, cioè la consapevolezza di essere in una sala cinematografica, e così si prova paura. Questa disattenzione è culturale e sociale. Nella nostra realtà occidentale non si viene formati circa questo tipo di attenzione. L’origine può essere descritta dall’esempio qui di seguito. Un bimbo gioca tranquillamente in salotto e la madre sta preparando del cibo in cucina. Il bimbo resta rapito da uno strano essere con tante zampe: si arrampica sul suo braccio e gli procura solletico. È divertente, è un ragno. La madre non sente più niente, e si affaccia per vedere cosa sta succedendo. Lancia un urlo, prende il bambino in braccio e schiaccia il ragno. Come pensate che reagirà la volta successiva il bambino vedendo un ragno? La mente del bimbo ignaro legge: ragno uguale paura. Tramite un imprinting o tramite il non sapere come funziona la nostra mente, porta come conseguenza un modo non corretto di rapportarsi con la vita e le sue variabili. Se non teniamo la giusta attenzione e presenza nelle nostra quotidianità e ai pensieri che produciamo, e rispetto a dove ci si trovi realmente nel momento presente, possono sorgere ostacoli e difficoltà. E se non ci si riconosce per la propria natura intrinseca, e si preferisce “ruminare” circa ciò che non funziona, invece di stare nel momento presente con un autentico contatto con se stessi, il raggiungimento di un ben-essere interiore diventa arduo. Per questo è importante essere consapevoli di chi si è veramente, siamo esseri multidimensionali a cui sono stati dati diversi strumenti per muoverci sulla terra, come, per esempio, il potere di avere una mente concentrata e presente. Nella nostra cultura occidentale stiamo per la maggior parte del tempo all’esterno di noi stessi, preoccupati di essere riconosciuti per il ruolo sociale, preoccupati per il giudizio altrui, preoccupati per apparire nel modo “giusto” ecc., senza prendere contatto con la nostra parte interiore più sottile, elevata e meno materiale che ci appartiene. Con facilità si rimugina, dando al pensiero uno spazio non controllato. Senza consapevolezza si va in balia della produzione della mente, come se si guidasse un’auto senza tenere le mani sul volante. Vivendo ansie, timori e senso di inadeguatezza e insufficienza, che non sono insiti nel nostro essere. La nostra vera natura è l’amorevolezza. Siamo dotati di un sensore
evoluto e preciso, raffinato e sottile, che ci può portare verso il nostro meglio. Ci parla sottovoce in modo amorevole e preciso, ma noi non lo prendiamo molto in considerazione. Lo contattiamo quando ci innamoriamo. Ma nella quotidianità non gli diamo fiducia, sebbene sia un aspetto di noi stessi; riusciamo perfino ad addormentarlo, o ci dimentichiamo di avere uno strumento così prezioso, e non lo si fa colloquiare con la mente. Quante volte esaminiamo, nel tempo, se si sta andando nella direzione desiderata. Sono chiare le nostre intenzioni desideranti? L’ingordigia materiale/monetaria, in atto in questo periodo nella cultura occidentale, ci sta facendo correre verso un’insensatezza sempre più profonda, a discapito di un equilibrato rapporto con se stessi e un’equa convivenza umana condivisa.
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