Ho impattato questo universo a me sconosciuto  ed evitato. Gli occhi delle persone mi hanno  colpita. Parlano. Persone povere, persone non istruite,  in contatto con la loro vita,  difficile e miserevole, ma non la temono, sono autentici, nonostante il loro  contesto di forte povertà. Non si lasciano andare, si organizzano per poter vivere la loro esistenza al meglio, con le poche 20180116_113311possibilità che si trovano a disposizione. Ci sentiamo lontani da questa realtà molto diversa dalla nostra. Eppure c’è interdipendenza, sempre, anche se non la si vede. Siamo tutti interconnessi. Per esempio ci si accorge quanto noi occidentali siamo viziati.  Ci copriamo di oggetti e di cose  che spesso usiamo in modo superficiale e avventato, per poi andare a cercare qualcosa d’altro che ci stimoli. Si è persa la dimensione dell’attenzione e della presenza a ciò che si ha, per andare a cercare sempre qualcosa di nuovo.  Dopo avere visto lo stile di vita del popolo indiano, un ulteriore insegnamento ha preso forma per evolvere in uno spazio di vita più condiviso, consapevole, rispettoso e attento. Mentre rientravo in Italia ho letto questa notizia economica. ” Oxfam, stimata ong  inglese, ci ricorda, alla vigilia del World Economic Forum di Davos, che l’1% più ricco della popolazione mondiale continua a possedere quando il restante 99%. E si arricchisce sempre di più: l’82% dell’incremento di ricchezza netta registrato nel mondo tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato in tasca a questi Paperoni. Nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del pianeta, che conta 3,7 IMG-20180116-WA0002miliardi di persone”(Rai News 22.1.2018). Perché non si sottolinea questa interconnessione senza senso per nessuno, neanche per i privilegiati. Un sistema economico così sbilanciato non può sopravvivere a lungo. Non è reggibile un sistema economico basato sul consumismo se la ricchezza non viene equamente condivisa.  E’ necessario un cambio oltre che culturale, anche di approccio e di visione,  circa la realtà attuale della comunità umana e della Terra, a favore della equanimità. E’ tempo di realizzare un salto in termini di consapevolezza per il beneficio di tutti noi e “della casa” in cui ci troviamo a vivere.