(Da un articolo del chirurgo del torace e cardiovascolare Alan Hymes, tratto da “Science of Breath, e tradotto da Licia Consoli)
“Se più terrestri capissero la forza del respiro, allora farebbero uno sforzo consapevole per cambiare le loro abitudini respiratorie. Se più terrestri cambiassero le loro abitudini respiratorie, allora ci sarebbero meno malattie, più felicità e più ricchezza e prosperità su questo pianeta. Perché nel respiro troviamo la chiave per dominare la Forza elettronica dell’Universo, e il potere di manifestazione nella quinta dimensione.”
(Dal libro “We, the Arcturians”)
“Affinchè l’ossigeno sia disponibile nella cellula per la respirazione, deve intraprendere un interessante viaggio dall’atmosfera attraverso i polmoni e il sistema circolatorio e infine alla cellula. Dopo essere stata respirata, l’aria, attraverso naso e il torace, passa attraverso la trachea, grande conduttura che porta ai polmoni. La trachea è una struttura liscia a tubo che comincia appena sotto la laringe. Poco dopo si divide in due tubi più piccoli ognuno diretto verso un polmone. Questo condutture, i bronchi, si dirama come le fronde di un albero diventando sempre più piccole fino a diventare microscopiche. Dopo quindici livelli di divisione terminano in minuscoli bronchioli e ognuno di questi termini in una serie di piccole pozze d’aria chiamate alveoli. Queste sacche d’aria sono talmente minute che il tessuto polmonare all’occhio nudo appare solido e carnoso. In realtà comunque gli alveoli assomigliano molto a delle bolle. Hanno pareti molto sottili – spesse una sola cellula – e anche queste cellule sono particolarmente sottili e membranose. E’ qui che avviene lo scambio gassoso. Una rete di sottilissimi capillari avvolge ogni alveolo, i capillari sono così sottili che le cellule del sangue devono letteralmente strizzarsi dentro per passare, deformandosi fino a farcela. Affinchè questo processo avvenga in maniera efficiente ci dovrebbe essere un equilibrio ideale nella quantità di sangue che scorre, ma non è così per via della gravità e della posizione eretta, c’è maggiore quantità di sangue nella parte bassa del polmone. Quindi questo processo di trasferimento dell’ossigeno nel sangue non è necessariamente così efficiente , e tale grado di efficienza può essere ridotto non solo compensando i riflessi nei polmoni, ma anche nel modo in cui respiriamo abitualmente. Inefficienze più serie si sviluppano se l’alveolo viene danneggiato dal fumo. In questo casi infatti la parete di molti minuscoli alveoli viene abbattuta a sostituito da una sorta di buco visibile nel tessuto polmonare. Se questo accade la vastissima superficie in cui l’ossigeno viene in contatto con il sangue si riduce drasticamente. La maggior parte delle persone ha circa trecento milioni di alveoli, che se potessero essere aperti e stesi uno accanto all’altro coprirebbero un’area più grande di un appartamento medio. Questo garantisce una grandissima superficie per lo scambio di ossigeno , m è solo quando quest’area viene ridotta drasticamente che ci si accorge di non poter più effettuare scambi per soddisfare le proprie richieste sotto sforzo e ci si sente “mancare il fiato”. (Alla puntata successiva…….)
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