(Le foto sono volutamente sgranate per sottolineare quanto tempo è passato da dichiarazioni così evolute)
Scriverò circa la felicità, ho scelto di anticipare la pubblicazione con questo discorso di Bob Kennedy, dichiarazione molto conosciuta sul PIL. Con essenzialità riepiloga i valori fondamentali dell’esistenza, oltre che mostrare il senso del vivere, che non è accumulare beni ma vivere una dimensione umana appagante e di senso. Sono passati da allora quarantanove anni, ma resta qualcosa di molto attuale e molto irrealizzato.
Discorso di Robert Kennedy – 18 marzo 1968, Università del Kansas
“Per troppo a lungo sento che abbiamo rinunciato alla nostra eccellenza personale, ai valori della nostra comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro PIL ha superato gli 800 mld. dollari l’anno. Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’Indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né
dell’equità nei rapporti fra di noi.IL PIL non calcola la salute dei nostri figli, la qualità della loro educazione e l’allegria dei loro giochi. Non tiene conto della bellezza della nostra poesia, della solidarietà delle nostre famiglie, dell’intelligenza dei pubblici dibattiti, dell’onestà dei nostri governanti. Non misura la nostra intelligenza, il nostro coraggio, la nostra saggezza, la nostra conoscenza, la devozione per il nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani.”
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