Chiedendo ad una persona, che stimo in modo molto importante, un consiglio in un momento di difficoltà, ho ricevuto questa preziosa risposta: “io qui sono solo, perché sono nato solo, mi avvio alla morte solo, non ho amici o nemici, io sono amico di tutti gli essere viventi.” E’ stato come un fulmine a ciel sereno, per la sua semplicità e per la sua portata in termini di stile di vita. E’ così esteso il suo significato, che trovo sempre qualcosa da scoprire e modificare riguardo sul come essere nella quotidianità. E’ una verità così schiacciante, che porta a rivedere ogni giorno, in maniera più sfaccettata, lo stile di vita. Siamo come bimbi, sebbene si sia già adulti, distratti da troppi passaggi che non hanno molta importanza, per le reali regole del dove ci troviamo. E’ davvero necessario trasformare l’attuale stile di vita, troppo lontano dalla realtà in cui ci si trova. Perdiamo troppo tempo a “farci guerra”, quando la nostra natura più autentica è l’amorevolezza, quando tutti apparteniamo alla razza umana e abbiamo stessi sentimenti ed emozioni, e tutti stiamo tentando di essere felici nella nostra esistenza. Ci siamo posizionati solo sulla parte razionale della nostra mente e del nostro cervello, dimenticando la parte empatica, compassionevole, amorevole, quella in contatto con il nostro cuore, che sia la nostra mente che il nostro cervello conoscono più o meno bene. Li pratichiamo troppo poco per dare loro un maggiore sviluppo; è una sorta di allenamento sportivo del muscolo non fisico ma interiore, a favore di una pacifica convivenza e condivisione con gli altri esseri umani. In questo modo smettiamo il fare guerre, il proliferare di armi che possono distruggere l’ecosistema e quindi la vita. In questo modo si può trasformare la propria quotidianità, allineandola con l’autentica realtà
della vita. Non si può fare melina per paura del cambiamento. E’ necessario agirlo. Portare maggiore linearità etica nel nostro mondo interiore, manifestata con l’azione, liberando la nostra esistenza da orpelli fisici e morali, che niente hanno a che fare con la materia di cui è fatta la vita, come sterili ruoli, relazioni caratterizzate da argomenti superficiali che non fanno entrare in reale contatto le persone, un’esteriore ortodossia che non vuole scollinare verso un’ autentica attenzione all’essere e a favore di un’autentica convivenza e una maggiore condivisione fra tutti gli esseri umani. C’è sete di valori, peraltro cablati dal nostro cervello. Tutto ciò comporta una presa di responsabilità, radicata, reale e agita, da praticare ogni giorno, e rendere, in questo modo, la propria esistenza preziosa ed evoluta, e a favore delle future generazioni.
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