Una storia aziendale di eccellenza, e non l’unica. Accade alla Enoplastic di Piero Macchi a Bodio Lomnago, Varese.
Fra le sue volontà testamentarie alla sua morte, avvenuta recentemente all’età di ottantasette anni, ha lasciato un milione e mezzo di euro da dividere fra i dipendenti, con l’accompagnamento di una lettera di saluto per ognuno, in ricordo del merito e del profondo legame con dipendenti. I dipendenti hanno reso pubbliche le loro buste paga. Fatto straordinario per il mondo aziendale.
Enoplastic è nata nel 1957 quasi come hobby, finche il padre di Macchi garantì per lui in banca. Da quel momento c’è stata una regolare creazione di apparecchiature per realizzare i materiali, accompagnata da relativi ampliamenti dell’azienda.
Nei momenti di svolta e/o di maggiore sviluppo ha scelto di non rivolgersi e/o vendere a nessuna multinazionale, e nei vari ampliamenti ha collaborato con dipendenti e amici; nessuna delocalizzazione. Ha aperto quattro filiali all’estero in Spagna, Nuova Zelanda, Australia e Stati Uniti. E tutt’ora ha una struttura a conduzione familiare e all’interno lavorano anche insieme, padri e figli, con molta soddisfazione.
In tempo di globalizzazione questa azienda si è espansa anche all’estero senza doversi vendere a multinazionali o delocalizzare sfruttando manodopera in paesi meno sviluppati, mantenendo bensì un saldo e profondo rapporto con la realtà sociale di Bodio Lomnago.
Non amava sentirsi chiamare ingegnere, perché non era neanche meccanico.
Una sua forte convinzione è sempre stata che l’esperienza è frutto degli errori. Più errori si fanno, cioè sperimentazioni, e più si ha esperienza.
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