Chiunque ha uno spazio interiore dove sono parcheggiati comportamenti che non piacciono, a posteriori ci si rammarica, innescando interiormente una lotta con sé stessi, quando il giudizio torna a galla.

Questa lotta può bloccare o rallentare il cammino individuale. Si può cambiare quello che è stato? No. Però si può ricavare del positivo. Invece di giudicarsi e perdere opportunità si può fare altro.

Perdonarsi. È qualcosa che non è stato insegnato, ma si può imparare in qualunque momento della propria vita. Si può provare compassione per i propri errori, sapendo che si sono fatte azioni in base alla consapevolezza del momento, avendo ben chiaro che il passato non si cambia, ma può offrire la possibilità di azioni nuove e più evolute. Si sceglie di lasciare andare il piangersi addosso o/e il senso di colpa e di passare attraverso a un errore, a un comportamento, a una decisione che non rispecchiano il vero sé.

Attraversando questo spazio scomodo, senza nasconderlo “sotto il tappeto” e senza mentirsi, si può cogliere la lezione, proseguendo il proprio cammino più consapevoli e più radicati nella propria esistenza. Il perdono circa i propri comportamenti crea una sostanziale fiducia in sé nel migliorarsi, nell’evolversi, evitando di muoversi nella paura, che può bloccare, chiudere, restringere, facendo perdere le opportunità della vita.

Nessuno è perfetto, ma questo implica sapere cogliere dalle esperienze la lezione, di cui ogni avvenimento è accessoriato. Siamo ricercatori per evolvere, garantendo flessibilità invece di diventare pietre.  Sta a ognuno cogliere questa caratteristica intrinseca dell’esistenza. Per facilitare questo processo ci si può fermare, fare silenzio interiore, chiedere un aiuto, semplicemente camminando, contemplando mentre ci si trova in uno spazio occupato dalla natura. ll contatto con sé permette il conoscersi meglio. In questo rallentamento si può trasformare la propria visione riguardo la vita, perdonandosi dopo avere colto la lezione.

Le azioni nuove, oltre a dare spessore alla personale consapevolezza, riempiono l’esistenza di senso, imparando, grazie “all’attrezzatura” che si crea nell’itinere, un vivere con maggiore gioia e ampiezza di veduta.