Tempo fa sono stata invitata a tenere una presentazione sul respiro.
Dopo la spiegazione e qualche minuto di esperienza di respiro consapevole c’è stata una scoperta. Lo spazio interiore affiorato, dopo avere respirato, ha creato ansia, svelando la poca conoscenza che le persone hanno di sé stesse, a scapito di ottimali curiosità. È affiorata una marcata resistenza al rimanere nella scomodità, nella fatica, nell’essere uguali agli altri in termini di omologazione. Mandibole serrate, muscoli rigidi, occhi stretti, pugni chiusi, spalle rialzate in modo innaturale. Respiri al limite dell’asfissia, senza esserne consapevoli.
Le testimonianze hanno mostrato l’abitudine a resistere, grazie a una dolorosa, faticosa e illusoria idea di protezione, mettendo in discussione la fiducia in sé, e rimanendo chiusi in gabbia, per il timore del cambiamento.
La vigilanza all’attività della mente e pensieri, che producono la visione della vita, può offrire libertà, leggerezza, senza giudizio e timore di essere giudicati. Quando si è abituati a seguire la mente senza controllare i propri pensieri, lasciando questa produzione a briglie sciolte, si è in balia di un movimento che si dovrebbe educare, e non ci sarà spazio per scoprire chi si è veramente, soffocati nell’abitudine, che inibisce la curiosità. La vigilanza offre trasformazione mentale, osservando il vasto che circonda l’esistenza umana e il mondo interiore di ognuno, luogo di possibilità e opportunità per il proprio buon vivere, dove albergano le personali pepite d’oro.
Rimanere nella resistenza mette l’animo in trappola, lede il corpo, poiché in questo processo viene assorbita un’incredibile quantità di energia anche per la soppressione di emozioni, invece di fare fluire il tutto, grazie al conoscersi, a favore della propria esistenza e del corpo, mezzo che ci è stato dato per vivere in questa realtà.
Conclusione, dal mio punto di vista: usando la gentilezza verso sé stessi e gli altri, è possibile, senza paura o incertezza, con la curiosità tipica dei bimbi, si può andare alla ricerca di chi si è veramente. In questo processo la mente può essere controllata ed educata, migliorando l’esistenza, più in sincronia con le personali aspirazioni. Se si vive nella ristrettezza delle abitudini, si zittisce l’afflato personale nel vivere. Le difficoltà che possono sorgere insegnano a percorrere questo prezioso e irripetibile cammino. La vita per definizione è incertezza e sempre in perenne movimento, nostro campo di gioco, che non prevede resistenza se si vuole giocare. Da non dimenticare: la vita è più forte di qualunque resistenza.
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