In un momento in cui fra gli umani sta prendendo sempre più forma una divisione fra popoli e nazioni, nutrendo l’odio, sento la spinta a passarvi un frammento di una conversazione del Buddha, con un suo discepolo di nome Ananda (°), sull’interdipendenza, che permea la vita di tutti gli esseri viventi. É stata dimenticata, creando un visibile e profondo disagio nella convivenza umana. Questo spaccato può fare rimembrare chi siamo e dove ci troviamo.

“Il Buddha sorrise: Ananda non farti ingannare dalle parole. Essendo i fenomeni privi di un sé, la loro esistenza non è quella della percezione ordinaria …..

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Ananda: Vedo l’aria, senza la quale il fuoco non sarebbe divampato e il vasaio non avrebbe respirato. Vedo il vasaio e l’abilità delle sue mani. Vedo la sua coscienza. Vedo il fuoco e la legna che lo ha alimentato. Vedo gli alberi che hanno fornito la legna. Vedo la pioggia, il sole, e la terra che hanno fatto crescere gli alberi. Signore, vedo migliaia di elementi interconnessi che hanno concorso alla realizzazione di questa ciotola.”

Se considerassimo questa visione nella nostra quotidianità forse la dinamica fra umani sarebbe diversa. Con una consapevolezza più ampia e realistica molti invasivi ego si sgonfierebbero, dando forma a una nuova convivenza, che farebbe vivere ciò che ci circonda e gli altri esseri viventi come co-creatori della nostra esistenza, in pace.

(°) Thich Nhat Hanh “Vita di Siddharta il Buddha” Ed. Ubaldini