L’intenzione è l’attenzione messa in azione, è la focalizzazione per creare la possibilità di scelta che ci è stata donata nella vita, meglio conosciuta come libero arbitrio. Questa opzione esiste sempre. L’intenzione si decide interiormente. La si sente perchè il nostro sistema manda segnali di cambiamento, allineandosi. Più si resta fedeli e più ci si è autentici nella vita. L’importante è sentire che il corpo è comodo e “spinge”, superando paura e dubbi. Si percorre la personale, unica e irripetibile corsia preferenziale, i segnali in questo senso si possono sentire, forti e chiari, o in modo più delicato e sottovoce, comunque sempre presenti.
Prima di una sessione di respiro la persona sceglie un’intenzione finalizzata a dirigere l’energia che si produce respirando, in modo consapevole. E’ una breve frase in prima persona, senza negazione e al tempo presente e desiderante.
Spesso le prime volte chiamati a chiedere il proprio bene si rimane interdetti, non si sa cosa mettere nel contenuto di questa breve frase, così importante. Guardando chi sta davanti con un’espressione fra l’interrogativo e l’interdetto, per il semplice fatto che si chiede alla persona di mostrarsi, un pezzettino in più o semplicemente credere nella propria intenzione e soprattutto prendere la responsabilità di se stessi.
C’è chi non aspetta altro e appena sollecitata dichiara la propria intenzione e con energia desiderante, che già di per sé muove il processo che si svilupperà durante la respirata. Lasciando andare l’abitudine ad un vuoto rumore mentale.
C’è chi circumnaviga con grandi e inconsistenti giri di parole un nucleo che è ancora un po’ difficile da raggiungere e si viene incoraggiati ad essere più diretti, più espliciti o iniziare ad esserlo, almeno con se stessi, per poi diventarlo anche nella vita, nel mondo. E come se si camminasse in un pavimento gommoso che fa stare fermi con l’impressione di muoversi.
Le parole che formano l’intenzione sono direttamente dichiarate con un verbo che indica un’azione. Un esempio pratico: voglio piacermi, desidero piacermi di più. L’intenzione corretta è “Io mi piaccio di più”. Sembra un po’ banale fare questa precisazione, ma esiste timore nell’essere diretti ed espliciti con se stessi. E’ un rapporto non molto praticato, ancora. Questo è un segnale che indica la lontananza rispetto alla propria strada e magari sposando vie altrui. Invece di impegnarsi a scoprire quello che si sta chiedendo alla propria vita e/o lo scopo della propria vita, dove si sta cercando di andare. E in questo modo resta intorno alla persona un alone misto fra paura e desiderio, fra introspezione e paura di conoscersi, fra merito e una mancanza del reale valore di sé. Continuando a cozzare su invisibili pareti di prigioni mentali, fino a quando succede un qualcosa che rompe il precario equilibrio. La casistica è infinita, per cui si decide che è giunto il tempo di guardare la propria esistenza e il senso delle cose da un punto di vista diverso. Di guardare con occhi diversi le varie relazioni in essere nella propria esistenza. Di far cadere un velo che separa dalla propria vera essenza, non ancora manifestata. Con l’intenzione si decide di attivare processi altrettanto potenti e incisivi, a proprio favore.
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