Nella vita capita che davanti ad avvenimenti, anche diversi, si reagisca con uno stesso processo, senza prestare attenzione e soprattutto senza averne la consapevolezza. Lo schema respiratorio si adegua. Mi spiego meglio. Il respiro per essere pieno coinvolge muscoli potenti, come quelli collegati allo sterno, all’addome e alla parte inferiore delle costole. Sono coinvolti anche muscoli secondari, delle clavicole, del collo, della parte superiore del costato, con un ruolo più limitato.
Quando arrivano agitazione, ansia, paura, rabbia, più comunemente stress o qualcosa che preoccupa, quello che accade è che i muscoli primari si irrigidiscono perdendo la mobilità utile per un respiro pieno. Si respira solo con i muscoli secondari, delegando il respiro a loro, dalla struttura non adeguata, la respirazione non può essere piena. Quando c’è bisogno di una maggiore lucidità, accade invece, come si dice in gergo, “di perdere la trebisonda” per mancanza di ossigeno, quando il corpo ne richiede di più. Come conseguenza anche altre parti del corpo di irrigidiscono perdendo la fisiologica mobilità. Soprattutto non si è consapevoli di questo processo e non si conosce come poterlo correggere.
Si può partire dal corpo per apportare positivi cambiamenti, è una possibilità relativamente nuova e poco praticata, in particolare nella nostra cultura molto razionale, dei paesi cosiddetti civili, che sanno dare una risposta a tutto, ma non in contatto con l’intelligenza superiore che alberga nel nostro corpo, ampiamente dimostrato. Nonostante ciò partire dal corpo per positive trasformazioni produce ancora un certo timore, sfiducie e incredulità.

Gli umani sulla terra sono circa otto miliardi, con gli stessi tipi di emozioni, ma tutti diversi per aspetto e per esperienze di vita, per reazione alle personali emozioni, questa diversità si rispecchia in altrettanti diversi modi di respirare. Ognuno ha un proprio schema respiratorio che testimonia in modo chiaro circa il personale approccio alle esperienze di vita. Alcuni esempi: nessun respiro nel petto, nel senso che nell’atto della respirazione non si muove, un respiro superficiale e pigro con un movimento minimo solo nella parte alta della cassa toracica, parte superiore del petto gonfiato e rigido che resta tale mentre si respira, nessuna respirazione intermedia a livello del diaframma, nessuna respirazione a livello dell’addome, gola bloccata, controllo dell’espirazione o limitare l’inspirazione, mandibola serrata, sospensione del respiro ecc. La respirazione piena prevede un fluire morbido che parte dalla gola fino alle pelvi. Rimuovere gli “ostacoli” sopra citati porta benessere fisico, maggiore consapevolezza, rimanere nel momento presente e nuovi comportamenti positivi.
La rimozione accade perché con il respiro più ampio, cioè una maggiore quantità di ossigeno inalata, il corpo si rilassa, si acquieta il campo emozionale e il pensare continuo si placa. La frequenza fisica si innalza, ripulendo o alleggerendo il contenitore del subconscio di cui non si ha consapevolezza ma che indirizza la propria vita al 90%.
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